Il Tribunale di Roma ha recentemente riconosciuto il diritto del padre ai pernotti con la figlia di 16 mesi.
Tale sentenza sancisce una svolta sostanziale, in quanto i giudici capitolini avevano fino ad oggi previsto una certa gradualità nel riconoscimento del diritto del padre di pernottare con i figli al di sotto dei tre anni. La soglia di età stabilita per superare tale restrizione nei confronti della figura paterna era quella dei tre anni e sei mesi, in quanto si riteneva che da quell’età in poi si consolidasse il legame del padre con i figlio e che per il padre vi fosse un progresso nelle capacità di accudimento del bambino (fonte: http://www.ami-avvocati.it/tribunale-di-roma-i-neonati-possono-dormire-con-il-papa/).
Tale sentenza, a mio avviso, oltre a riconoscere il ruolo educativo della figura paterna, tutela il diritto del minore sancito dalla Leg 54/2006 Art. 155. – Provvedimenti riguardo ai figli, secondo il quale“anche in caso di separazione personale dei genitori il figlio minore ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno di essi, di ricevere cura, educazione e istruzione da entrambi e di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale”.
E’ ormai prassi diffusa incontrare un numero sempre maggiore di padri alle prese con l’accudimento dei bambini, anche molto piccoli: papà che portano a spasso i figli con il passeggino, li allatano con il biberon, si alzano la notte e cambiano il pannolino.
In un’ottica di genitorialità condivisa e di progetto genitoriale che continui anche oltre la fine del rapporto di coppia, risulta sostanziale non solo che entrambi i genitori si adoperino in tal senso, ma anche che ad entrambi siano garantite le condizioni per farlo.
Pernottare presso il padre, gli permette di cimentarsi nei vari aspetti che riguardano la crescita ed il rapporto con un figlio: non solo l’aspetto ludico, ma anche quello dell’accudimento e della cura, dell’educazione e della condivisione della quotidianità, che solo il contatto e la vicinanza possono dare.
Ci auguriamo che questo sia il primo passo verso un riconoscimento di una bigenitorialità che sia davvero sostanziale e non solo teorica. A tal proposito, ricordiamo come un percorso di mediazione familiare sia essenziale, sia per concordare una gestione del calendario che tuteli il benessere dei figli e favorisca la continuità genitoriale, che per sviluppare una genitorialità che, nonostante le inevitabili differenze, convogli in un progetto educativo condiviso.